9 maggio 1978- 9 maggio 2009.
Correva l’anno 1978. Il 9 maggio. Pochi giorni prima delle elezioni e dopo l'esposizione di una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi.
Il corpo di Peppino Impastato, viene ritrovato dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani.
C’è chi parla di attentato terroristico, chi di un suicidio.
Nel 1992 il ‘caso Impastato’ viene archiviato, dopo aver ribadito la matrice mafiosa del delitto ma escluso la possibilità di individuare i colpevoli e ipotizzato la possibile responsabilità dei mafiosi di Cinisi alleati dei “corleonesi”.
Solo nel 2001 dopo un iter processuale durato quasi 23 anni Vito Palazzolo viene giudicato colpevole materiale dell'omicidio Impastato e condannato a 30 anni di reclusione. L'anno successivo Gaetano Badalamenti, mentre sconta una pena di 45 anni nelle carceri americane, viene indicato inequivocabilmente come il mandante del delitto e viene condannato all'ergastolo.
Sono passati 31 anni dalla sua morte, ma la lotta contro la mafia attuata da Peppino Impastato, è impossibile da dimenticare. Così come i suoi 100 passi che lo separavano dalla vergogna del suo paese, e del nostro Paese.
E’ diritto e dovere di tutti, nonché una necessità, rinnovare la memoria di Peppino e delle sue gesta, ricordandolo come esempio esemplare da seguire di straordinario impegno politico, sociale e culturale.
Per saperne di più su Peppino Impastato, la sua vita, la lotta continua contro la mafia, rimandiamo al sito www.peppinoimpastato.com
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