venerdì 14 agosto 2009

Le acrobazione di Silvio per riconquistare la figlia. Festa a Villa Certosa


C’era davvero qualcuno che si illudeva di vedere la Signora Veronica Lario, a Villa Certosa, in occasione del compleanno di Marina Berlusconi (44 anni)?
Se la risposta è affermativa, per tutti i fiduciosi che sperano nella storia a lieto fine, ci sarà stata di sicuro una grande delusione. Ma nulla è perduto. Marina, Barbara e il padrone di casa per lo meno hanno potuto godere di un pò di serenità ed armonia.
Strano ma vero, considerando che Marina non voleva saperne di vedere la sorellina ai suoi festeggiamenti nella Villa più discussa del mondo, soprattutto dopo la sua intervista sulla rivista Vanity Fair.

L’intervento di paparino Berlusconi è stato senz’altro provvidenziale, fino a portare al bacino della pace tra le due sorelle. Gli altri fratelli invece, hanno sobriamente boicottato l’evento per godersi le proprie vacanze.

Festa riservata a pochi intimi dunque (una quarantina in tutto), accompagnata dalla chitarra neomelodica di Mariano Apicella, per la felicità e il divertimento di papà Silvio.
Agli ospiti è stata richiesta massima riservatezza, giusto per evitare ulteriori scaldali provenienti dalla già ampiamente discussa Villa Certosa.

Dopo la cena, a base di sformati dello Chef Michele, gli invitati sono stati accompagnati a prendere il gelato. C’è chi, dopo, ha avuto un blocco alla digestione, vedendosi portare un conto di 500 euro per una singola consumazione, ma i sopravvissuti hanno potuto sorridere dello scherzetto del simpatico Silvio, svelato qualche minuto dopo.

A festa conclusa, Barbara si è rincuorata con i doni ricevuti. Il suo polso è stato subito avvolto da un braccialetto di diamanti regalato dal buon padre. Le malelingue ne hanno stimato anche il costo (600 mila euro), ma sarà tutta colpa dell’invidia (non si sa bene se trattasi di invidia per il regalo di inestimabile valore o per un padre così premuroso).


Articolo ospitato anche su CrashDown.it

sabato 8 agosto 2009

Gabriele Paolini, le incursioni nelle dirette Tv e l'accusa alla Rai


Di Gabriele Paolini, il disturbatore più fastidioso dei tg italiani, ogni tanto se ne ritorna a parlare, come è giusto che sia quando di mezzo ci sono personalità così 'strambe' ma che in realtà hanno tanto da dirci.

Paolini si autodefinisce 'inquinatore televisvo', ma i soprannomi per questo strano personaggio, nel corso del tempo, sono aumentati: 'profeta del condom', 'Diabolik di Casal de' Pazzi', ecc ecc…
La sua carriera di disturbatore ha inizio negli anni '90, durante le dirette televisive nei tg nazionali, per invogliare all'uso del preservativo, schierandosi fortemente contro le posizioni della Chiesa Cattolica.
La sua protesta, in particolare, prende vita in seguito alla morte di un suo caro amico, che contrasse il virus dell'AIDS a causa di un rapporto sessuale non protetto con una prostituta.


Nel corso degli anni, e dei vari eventi storici-televisivi, Paolini ha poi incrementato le proteste anche nei confronti della politica e di eventi di cronaca (come i PACS e la Strage di Ustica), irrompendo, oltre che nelle dirette dei tg, anche in trasmissioni di attualità.
Come mezzo di protesta, si dota di cartelli piuttosto eloquenti, con chiare frecciate nei confronti dei politici del momento, ma anche di personaggi celebri, così come nei confronti degli stessi inviati, i quali spesso sono costretti ad interrompere la dirette tv, trattandolo anche in malo modo.

Spesso ci si è chiesto, come fa Paolini, a trovarsi sempre nel luogo giusto, al momento giusto? La risposta è tra le più semplici: il disturbatore è dotato di un televisorino portatile, col quale riesce a conoscere, con estrema precisione, luogo e momento esatti in cui avrà inizio il collegamento, studiando, contemporaneamente, una strategia che gli permetta di eludere ai tentativi dei registi, di escluderlo dalle riprese. Ma più avanti, scopriremo, che forse non è il solo modo per conoscere in anteprima, i luoghi degli appostamenti.

Nel 2006, una sentenza della Corte di Cassazione riconosce il reato di molestie per le azioni compiute da Paolini, in occasione della diretta da Palazzo Chigi, in cui, appostatosi alle spalle di un giornalista, per mezzo del classico cartello aveva offeso il celebre presentatore Pippo Baudo.
Durante tale evento, Paolini fu costretto a rimborsare la Rai, che si costituì parte civile. Ma la sentenza fu poi annullata nel 2008, proprio perchè si evidenziò come le continue incursioni di Paolini, non solo non costituivano un vero e proprio danno per l'Azienda Rai, ma anzi, ne aumentavano lo share, a beneficio dell'ente.


Ma non è tutto. La lista delle incursioni sarebbe infinita. Noi ci limitiamo solo a citare le più importanti, per poi arrivare al punto cruciale di tutta la vicenda.

Nel 2008, in occasione delle proteste avviate dai dipendenti Alitalia, il disturbatore non ha perso l'occasione di irrompere in diverse dirette tv dall'aereoporto di Fiumicino, durante una delle quali insultò pesantemente il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il quale, con un foglio di via, obbligò Paolini a stare lontano dal comune e dall'aereoporto, per 3 anni.

E come dimenticare la sua interruzione a spese del Tg3, nel marzo del 2006, durante il servizio in diretta, nel quale Paolini gridò 'Il Papa è gay'?.
Ecco, siamo al punto caldo di tutto l'articolo.
Lo scorso 21 luglio, a Milano è iniziato il processo che lo vede imputato per l'interruzione a spese del Tg3 e le offese al Papa. E qui arriva la bomba pronta ad esplodere.
Gabriele Paolini, a tal proposito dichiara:

"Quel giorno non ho interrotto nè disturbato nulla: la mia presenza alle spalle del giornalista era di denuncia dell’accanimento mediatico sul quel processo. Tengo a precisare che dei 20 mila sabotaggi che ho fatto, un decimo, compreso quello in questione, sono stati organizzati con la Rai per i quali ho percepito 87.950 euro".

Una dichiarazione che per la Rai diventa quasi più fastidiosa di tutte le varie incursioni che Paolini ha messo in atto negli anni.
Una dichiarazione non condivisa dal suo avvocato, ma che, giura Paolini, potrebbe riempirsi di dettagli scabrosi, a danno di una società appaltatrice di servizi televisivi e di alcuni esponenti della Rai, pronti a svelare al disturbatore, in anteprima, le location dei servizi, al fine di innalzare l'audience.

Nulla di cui stupirsi, aggiungiamo noi, che poco fiduciosi, attendiamo le reazioni della Rai, ammesso che il caso non sia già finito nei dimenticatoio.