martedì 5 maggio 2009

L'angolo degli Autori: Salvatore D'Agostino


Altro incontro con L'angolo degli Autori.
Questa volta, un articolo sulla
Vicaria, a cura di Salvatore D'Agostino.

Per le note e i commenti relativi all'articolo, si rimanda direttamente al blog dell'Autore .





La Vicaria una tenia nelle viscere del "Sacco di Palermo"

«La mia città è in mano ai banditi. […] Un sindaco che dovrebbe vergognarsi per il livello infimo della propria competenza e per l'assoluta ignavia rispetto ai problemi della città si preoccupa invece di coprirsi le pudenda affidando a una squadra di esperti l'immagine di Palermo. Dove per immagine si intende il simulacro vuoto di una retorica che dice a grandi lettere «Palermo è cool»1, come recitava una campagna superpagata2 affidata alla Publicis poco prima delle ultime elezioni.» (Franco La Cecla)3




Palermo è una città potente, da anni regola le vicende della politica italiana.
I milioni di voti, gestibili dai gruppi di potere oligarchici dell’isola, decidono la governabilità dell’Italia.

Palermo è cruda, come il pesce servito nei ristoranti temporanei che costeggiano il mare.
La sua crudezza risiede nell’idea condivisa del rispetto verso i potenti.
A Palermo non si vive, si sopravvive, solo all’ingenuo che non conosce le tacite regole, Palermo, mostra la sua cinica violenza.
La crudezza di Palermo si percepisce:

nei corpi degli attori dei registi Ciprì e Maresco, non uomini ma carte geografiche da delimitare e spartire;
nelle foto dei poveri cristi
morti ammazzati, scattate dopo una corsa in Vespa tra i vicoli, da Letizia Battaglia, un miscuglio di anime e sangue, di uomini e donne, maledetti e benedetti;
nell’urlo senza speranza in La Ballata delle balate
di Vincenzo Pirrotta: «Si aviti i cugghiuni, voi lecchini di Stato dovete dire che la mafia e la politica convivono, sono allo stesso livello»;
nelle voci e nei gesti disarticolati degli attori del teatro di Emma Dante
, gente mutilata della libertà.
A te viaggiatore che arrivi a Palermo dall’autostrada da est o da ovest, sappi che quel tratto di strada/autostrada/tangenziale è una magnifica promenade architectural,
la più bella opera di arte contemporanea a cielo aperto, il suo titolo è: Sacco di Palermo, mi raccomando abbi rispetto.
Se in seguito vuoi entrare nelle sue viscere e non sei amante dell’arte, sappi che da qualche mese puoi parlare con la sua tenia, si trova in un garage interrato. Uno spazio sottratto alla real estate palermitana.
La Tenia si chiama Vicaria
e in quest’avamposto interno alla pancia del 'Sacco': cu arriva ietta vuci4.
Forse sarò blasfemo ma in queste viscere ho percepito l’idea civile dell’urbs e dell’urbanità. Come per i primi cristiani pare che quest’idea stia per nascere dalle catacombe della nostra contemporaneità: i palazzi degli speculatori, dove sotto il loro peso di cemento sono stati seppelliti uomini, lavoratori, campagne, giardini, ville liberty, siti archeologici e la civiltà.
Infine amico mio, per maggiore conoscenza, la religione che si professa alla Vicaria è la libertà.
Quindi, stai attento, perché a credere in questa religione si rischia la vita.

Nessun commento:

Posta un commento